mercoledì 30 luglio 2014

RICETTE ... ESTIVE !!!

 
 
 
 

 
 
 

RICETTE ... ESTIVE !!!

 

Bruschetta alle verdure

 
Preparate una caponata  tritando  melanzana,
zucchina, finocchio, pomodorini,  facendo soffriggere
in una padella con olio, aglio, pinoli tritati e,  
a piacere,  un pizzico di peperoncino.
Abbrustolite il pane e aggiungete la caponata
di verdure, aggiustando di sale e pepe.

 

 

 
 
Bruschetta esotica


Saltate  in padella delle code di gambero
con uno spicchio di aglio, succo d’arancia,
un goccio di brandy e un trito di prezzemolo e timo.
Tagliate a dadini l’avocado, aggiungete qualche
goccia di limone, due cucchiai di yogurt greco, sale, pepe.
Amalgamate il tutto per ottenere una crema.

 
Abbrustolite le fette di pane di  kamut o farro,
spalmate  sopra un cucchiaio di crema,
guarnite con foglie d’insalata, fettine di
 avocado e code  di gambero sgusciate.

 


 
 
Insalata di riso con gamberetti

 
200 gr.  di riso basmati
150 gr. gamberetti sbollentati
1 carota tagliate  a julienne
1 zucchina tagliata a julienne
mais in scatola
capperi q.b.
pomodorini
olive nere denocciolate e tagliate a rondelle
olio extravergine di oliva
sale, pepe
succo di limone

 Sciacquate più volte il riso quindi mettetelo
a bagno in abbondante acqua pulita
per 30 minuti. Scolatelo e lessatelo in
abbondante acqua salata già bollente.

Quando  è pronto scolatelo,
mettetelo in una insalatiera capiente,
e lasciatelo riposare per almeno dieci minuti.

 Aggiungete tutti gli altri ingredienti, aggiustate
di sale e pepe e condite con un poco d’olio
e con il succo di limone, mescolate bene il tutto
e mettete in frigo a raffreddare per qualche ora.
 
 

 
 
 
Insalata di avocado e gamberi
 
2 avocado  maturi
100 g di cipollotti maturi
200 g di pomodorini datterino
300 g di gamberi freschi
1 mazzetto di coriandolo fresco
20 gr. di burro
vino bianco o rum q.b.
olio extra vergine d’oliva q.b.
sale e pepe q.b.
peperoncino
2 limoni


In una padella saltate i gamberi con poco burro,
sfumando con vino bianco o rum,
aggiungendo 2 gambi di coriandolo.
Prendete l’avocado, pulitelo e tagliatelo a listarelle,
quindi tagliate a cubetti i pomodorini  datterino
e a julienne i cipollotti. Disponete le cipolle sul piatto,
poneteci sopra l’avocado, i gamberi cotti,
il pomodoro e terminate con la cipolla.
Condite l’insalata con una vinagrette ottenuta
miscelando il succo dei limoni, l’ olio, il peperoncino
 e il coriandolo tritato finemente.
 

 
 
 
 
Insalata di farro e pollo
 
100 gr di farro
100 gr. di petto di pollo cotto
1  carota tagliata a  julienne
1  cuore di sedano a  pezzetti
4/5 fette di zucchina e melanzana grigliate
 4-5 pomodorini pachino
30 gr di olive nere e verdi
 menta,  basilico
 
Sciacquate il farro sotto acqua corrente
e cuocetelo in abbondante acqua salata per
circa 1/2 ora; quando è cotto passatelo sotto acqua
corrente fredda e scolatelo.
 Tagliate a julienne o dadini, secondo preferenza,
tutte le verdure e il pollo.
Mettete il tutto  in un piatto, aggiungete
le olive tagliate a rondelle e i pomodorini
pachino tagliati a pezzetti.
Aggiungete le foglie di basilico e menta tritate,
il sale e un filo di olio. Mescolate bene e servite.
 

 
 
 
 
 

Cipolla e salvia fritta
 
Ingredienti per 4 persone:
 
20 foglie di salvia,
2 cipolle rosse di Tropea,
2 cucchiai di farina,
sale, olio per friggere;
 
per la pastella:
 125 gr. di farina,
1 uovo,
1 dl di birra chiara,
sale.
 
Preparate la pastella mescolando la farina setacciata
con la birra, il tuorlo, il sale. Lasciate riposare per
circa 1 ora e poi aggiungete l’albume montato a neve.
Sbucciate le cipolle e tagliatele ad anelli,
lavate e asciugate le foglie di salvia.
Infarinate le cipolle e la salvia, immergetele
nella pastella, friggetele in olio bollente,
sgocciolatele su carta assorbente e servitele.
 

 
 
Crespelle al salmone
Per 12 crespelle
 
3 uova, 1 bicchiere di latte,
100 gr. di farina, 1 cucchiaio di olio,
1 pizzico di sale.
 
Per il ripieno:
 40 gr.  di burro, 300 gr.  di latte,
2 cucchiai di farina,
1 tazzina di panna,
100 gr.  di salmone affumicato,
sale e pepe.
 
 Sbattete le uova e incorporate la farina e un
pizzico di sale, poi stemperate con il latte;
aggiungete l'olio e mettete il tutto
a riposare per un paio d'ore.
Scaldate una padella antiaderente,
 ungetela con un filo d’olio, versate
1 o 2 cucchiai del preparato e allargatelo
fino ai bordi del recipiente.  
Cuocete la crespella  per un paio di minuti
da un lato e poi dall'altro. Toglietela  e adagiatela
su un piano e proseguite fino ad esaurire la pastella.
Preparate una besciamella addensando
sul fuoco il latte nel quale avrete sciolto il burro
lavorato a crema con la farina e un pizzico di sale.
Adagiare il salmone a fettine nella crespella
e aggiungete  la besciamella.
Arrotolatele, legatele con dell’erba cipollina,
sistematele nel piatto da portata,
aggiungete dei pomodorini a pezzetti,
spolverate di pepe e servite.
 
 
 

Insalata mista
 160 g di misticanza*
70 g di ravanelli e 1 cipollina di Tropea
1 cucchiaio di olio extravergine di oliva
1 cucchiaino di aceto balsamico o succo di limone
1 confezione di fiocchi di latte o 1 mozzarella
scaglie di grana gr. 40
 
Mondare e lavare le verdure,  tagliarle a listarelle,
tagliare i ravanelli e la cipolla a rondelle.
Disporre il tutto su un piatto da portata,
aggiungere i fiocchi di latte o  la mozzarella
tagliata a dadini , condire con olio e aceto
 ( o il succo di limone ) e mescolare.
Aggiungere le scaglie di grana, servire.
 
  (*  crescione, cicoria, tarassaco, rucola, radicchio )
 
 
 
 
 

... e per finire in ... dolcezza ...
 
 
MINI STRUDEL DI
ALBICOCCHE E PESCHE 
 
1 o 2 confezioni di pasta sfoglia
albicocche e pesche
lamelle di mandorle
burro, pangrattato
sciroppo d’acero ( o miele )
poco Brandy
scorza di limone

 
Stendere le sfoglie quadrate di pasta sfoglia su una
spianatoia, usando un mattarello, poi tagliare dei quadrati.
Affettare la frutta e tagliarla a dadini.
Lasciarla  macerare aggiungendo  le mandorle,
un cucchiaio di brandy e di sciroppo d’acero
e la scorza di limone.
Nel frattempo sciogliere poco burro e gratinare
3/4 cucchiai di pangrattato e spolverare i quadrati
di pasta sfoglia, inserire al centro la frutta
 e richiudere ripiegando i lembi di pasta.
Con il coltello realizzare delle incisioni regolari.

Spennellare con il tuorlo d’uovo e
infornare i fagottini per 12 minuti
a 180 gradi in forno già caldo.

 Servire spolverando con zucchero a velo misto a cannella.
A piacere aggiungere una pallina di gelato.
 
 
 
 
 
   
 
 
 

martedì 22 luglio 2014

LE POESIE DI OCTAVIO PAZ



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BUON POMERIGGIO A TUTTI !!!

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Curiosando qua e là sul web ho riscoperto
le poesie un grande poeta messicano  
(lette moooolto  tempo fa …! )
e,  rilette in questi giorni,  voglio proporle
a chi ancora non conosce :

LA  POESIA  DI OCTAVIO PAZ



Octavio Paz Lozano
( Città  del Messico 31/03/1914 – 20/04/1998 ),
è stato un poeta, saggista e diplomatico messicano.
 premio Nobel per la letteratura  nel 1990.
Nell’arco dell’intero secolo è superato
per fama solo da Juan Ramon Jimenez,
Vincent Huidobro, Cesar Vallejo e Pablo Neruda.
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Destino del poeta
Parole? Si, di aria
e nell'aria perdute.
Tu lascia che mi perda tra parole,
lasciami essere aria su labbra,
un soffio vagabondo senza sagoma,
breve aroma che l'aria fa svanire.
Anche la luce in se stessa si perde.
Suerte del poeta
      
¿Palabras? Si, de aire,
y en el aire perdidas.
Déjame que me pierda entre palabras,
déjame ser el aire en unos labios,
un soplo vagabundo sin contornos,
breve aroma que el aire desvanece.
Tambièn la luz en si misma se pierde



Ascoltami
Ascoltami come chi ascolta piovere,
né attenta né distratta,
passi lievi, pioviggine,
acqua che è aria, aria che è tempo,
il giorno non finisce di andarsene,
la notte tuttavia non arriva,
figure della nebbia
voltano l’angolo,
figure del tempo
nell’ansa di questa pausa,
ascoltami come chi ascolta piovere,
senza ascoltarmi, ascoltando quel che dico
con gli occhi aperti verso dentro,
addormentata e vigili i cinque sensi,
piove, passi lievi, rumori di sillabe,
aria e acqua, parole che non pesano:
quel che fummo e siamo,
i giorni e gli anni, questo istante,
tempo senza peso, pesantezza enorme,
ascoltami come chi ascolta piovere,
riluce l’umido asfalto,
il vapore si alza e cammina,
la notte si apre e mi guarda,
sei tu e la tua forma di vapore,
tu e il tuo volto di notte,
tu e i tuoi capelli, lampi lenti,
traversi la strada ed entri nella mia fronte,
passi d’acqua sopra le mie palpebre,
ascoltami come chi ascolta piovere,
l’asfalto riluce, tu traversi la strada,
è la nebbia errante della notte,
è la notte addormentata nel tuo letto,
è l’onda del tuo respiro,
le tue dita d’acqua bagnano la mia fronte,
le tue dita di fiamma bruciano i miei occhi,
le tue dita d’aria aprono le palpebre del tempo,
sorgere di apparizioni e resurrezioni,
ascoltami come chi ascolta piovere,
passano gli anni, tornano gli istanti,
ascolti i tuoi passi nella stanza vicina?
non qui né lì: li ascolti
in un altro tempo che è proprio ora,
ascolta i passi del tempo
inventore di spazi senza peso né luogo,
ascolta la pioggia scorrere per la terrazza,
la notte è ormai più notte fra gli alberi,
fra le foglie si è annidato il fulmine,
vago giardino alla deriva
- entra, la tua ombra copre questa pagina.
( da El fuego de cada dìa, 1992 )
Como quien oye llover
       
Óyeme como quien oye llover,
ni atenta ni distraída,
pasos leves, llovizna,
agua que es aire, aire que es tiempo,
el día no acaba de irse,
la noche no llega todavía,
figuraciones de la niebla
al doblar la esquina,
figuraciones del tiempo
en el recodo de esta pausa,
óyeme como quien oye llover,
sin oírme, oyendo lo que digo
con los ojos abiertos hacia adentro,
dormida con los cinco sentidos despiertos,
llueve, pasos leves, rumor de sílabas,
aire y agua, palabras que no pesan:
lo que fuimos y somos,
los días y los años, este instante,
tiempo sin peso, pesadumbre enorme,
óyeme como quien oye llover,
relumbra el asfalto húmedo,
el vaho se levanta y camina,
la noche se abre y me mira,
eres tú y tu talle de vaho,
tú y tu cara de noche,
tú y tu pelo, lento relámpago,
cruzas la calle y entras en mi frente,
pasos de agua sobre mis párpados,
óyeme como quien oye llover,
el asfalto relumbra, tú cruzas la calle,
es la niebla errante en la noche,
como quien oye llover
es la noche dormida en tu cama,
es el oleaje de tu respiración,
tus dedos de agua mojan mi frente,
tus dedos de llama queman mis ojos,
tus dedos de aire abren los párpados del tiempo,
manar de apariciones y resurrecciones,
óyeme como quien oye llover,
pasan los años, regresan los instantes,
¿oyes tus pasos en el cuarto vecino?
no aquí ni allá: los oyes
en otro tiempo que es ahora mismo,
oye los pasos del tiempo
inventor de lugares sin peso ni sitio,
oye la lluvia correr por la terraza,
la noche ya es más noche en la arboleda,
en los follajes ha anidado el rayo,
vago jardín a la deriva
entra, tu sombra cubre esta página.


Dire: fare

Idea palpabile,
parola
impalpabile:
la poesia
va e viene
tra ciò che è
e ciò che non è.
Tesse riflessi
e li stesse.
La poesia
semina occhi nella pagina,
semina parole negli occhi.
Gli occhi parlano,
le parole guardano,
gli sguardi pensano.
Udire
i pensieri,
vedere
ciò che diciamo,
toccare
il corpo dell'idea.
Gli occhi
si chiudono,
le parole si aprono.


Decìr: hacer

Idea palpable,
palabra
impalpable:
la poesía
va y viene
entre lo que es
y lo que no es.
Teje reflejos
y los desteje.
La poesía
siembra ojos en la página,
siembra palabras en los ojos.
Los ojos hablan,
las palabras miran,
las miradas piensan.
Oir!
los pensamientos,
ver
lo que decimos,
tocar
el cuerpo de la idea.
Los ojos
se cierran,
las palabras se abren.


Dire: fare II 
       
 Tra ciò che vedo e dico,
tra ciò che dico e taccio,
tra ciò che taccio e sogno,
tra ciò che sogno e scordo,
la poesia.
Scivola
tra il sì e il no:
dice
ciò che taccio,
tace
ciò che dico,
sogna
ciò che scordo.
Non è un dire:
è un fare.
È un fare
che è un dire.
La poesia
si dice e si ode:
è reale.
E appena dico
è reale,
si dissipa.
È più reale, così?
Decìr: hacer  II
       
Entre lo que veo y digo,
entre lo que digo y callo,
entre lo que callo y sueño,
entre lo que sueño y olvido,
la poesía.
Se desliza
entre el si y el no:
dice
lo que callo,
calla
lo que digo,
sueña
lo que olvido.
No es un decir:
es un hacer.
Es un hacer
que es un decir.
La poesía
se dice y se oye:
es real.
Y apenas digo
es real,
se disipa.
¿Asi es mas real?



Temporale
         
Nella montagna nera
il torrente delira a voce alta
a quella stessa ora
avanzi tra precipizi
nel tuo corpo sopito
Il vento lotta al buio col tuo sogno
boscaglia verde e bianca
quercia fanciulla quercia millenaria
il vento ti sradica e trascina e rade al suolo
apre il tuo pensiero e lo disperde
Turbine i tuoi occhi
turbine il tuo ombelico
turbine e vuoto
Il vento ti spreme come un grappolo
temporale sulla tua fronte
temporale sulla tua nuca e sul tuo ventre
Come un ramo secco
il vento ti sbalza
Nel tuo sogno entra il torrente
mani verdi e piedi neri
rotola per la gola
di pietra nella notte
annodata al tuo corpo
di montagna sopita
Il torrente delira
fra le tue cosce
soliloquio di pietre e d'acqua
Sulle scogliere
della tua fronte passa
come un fiume d'uccelli
Il bosco reclina il capo
come un toro ferito
il bosco s'inginocchia
sotto l'ala del vento
ogni volta più alto
il torrente delira
ogni volta più fondo
nel tuo corpo sopito
ogni volta più notte.
TEMPORAL
      
 En la montaña negra
el torrente delira en voz alta
A esta misma hora
tú avanzas entre precipicios
por tu cuerpo dormido
El viento lucha a obscuras con tu sueño
maraña verde y blanca
encina niña encina milenaria
el viento te descuaja y te arrastra y te arrasa
abre tu pensamiento y lo dispersa
Torbellino tus ojos
torbellino tu ombligo
torbellino y vacío
El viento te exprime como un racimo
temporal en tu frente
temporal en tu nuca y en tu vientre
Como una rama seca
el viento te avienta
El torrente entra en tu sueño
manos verdes y pies negros
rueda por la garganta
de piedra de la noche
anudada a tu cuerpo
de montaña dormida
El torrente delira
entre tus muslos
soliloquio de piedras y de agua
Por los acantilados
de tu frente
pasa un río de pájaros
El bosque dobla la cabeza
como un toro herido
el bosque se arrodilla
bajo el ala del viento
cada vez más alto
el torrente delira
cada vez más hondo
por tu cuerpo dormido
cada vez más noche

Tra andarsene e restare 
      
Tra andarsene e restare è incerto il giorno,
innamorato della sua trasparenza.

Il pomeriggio circolare si fa baia;
nel suo calmo viavai si mescola il mondo.

Tutto è visibile e tutto è elusivo,
tutto è vicino e tutto è inafferrabile.

Le carte, il libro, il bicchiere, la matita
riposano all'ombra dei loro nomi.

Nella mia tempia il battito del tempo ripete
la stessa testarda sillaba di sangue.

Dell'indifferente muro la luce fa
uno spettrale teatro di riflessi.

Mi scopro nel centro di un occhio;
non mi guarda, mi guardo nel suo sguardo.

Si dissipa l'istante. Immobile.
Vado e vengo: sono una pausa.
Entre irse y quedarse
        
Entre irse y quedarse duda el día,
enamorado de su transparencia.

La tarde circular es ya bahía:
en su quieto vaivén se mece el mundo.

Todo es visible y todo es elusivo,
todo está cerca y todo es intocable.

Los papeles, el libro, el vaso, el lápiz
reposan a la sombra de sus nombres.

Latir del tiempo que en mi sien repite
la misma terca sílaba de sangre.

La luz hace del muro indiferente
un espectral teatro de reflejos.

En el centro de un ojo me descubro;
no me mira, me miro en su mirada.

Se disipa el instante. Sin moverme,
yo me quedo y me voy: soy una pausa.



Poema tratto da PIETRA DI SOLE

 ( ... )   salice di cristallo, pioppo d'acqua
alto zampillo che s'inarca al vento,
albero ben piantato ma danzante,
l'incedere di un fiume che si curva,
avanza, retrocede, gira intorno
a arriva sempre:
                      incedere tranquillo
di stella o primavera senza fretta,
acqua che con le palpebre serrate
tutta la notte emana profezie,
unanime presenza in mareggiata,
onda su onda ricoprendo tutto,
verde sovranità senza tramonto
come il baluginio delle ali
quando si aprono proprio in mezzo al cielo,

l'incedere nel folto dei futuri
giorni e il malaugurato illuminarsi
dell'infelicità come un uccello
che pietrifica il bosco col suo canto
e l'imminenza di felicità
che subito svaniscono tra i rami,
ore di luce che gli uccelli beccano
e presagi che sfuggono di mano,

una presenza che è improvviso canto,
come il vento che canta nell'incendio,
uno sguardo che in bilico sostiene
il mondo coi suoi mari e coi suoi monti,
corpo di luce filtrato da un'agata,
gambe di luce, luce il ventre, baie,
roccia solare, corpo color nuvola,
color di giorno rapido che salta,
l'ora che dà scintille e prende corpo,
nel tuo corpo è visibile già il mondo
nella tua trasparenza è trasparente,

percorro gallerie fatte di suoni,
fluisco tra presenze risonanti,
percorro trasparenze come un cieco,
mi cancella un riflesso, nasco in altri,
oh bosco di pilastri favolosi,
penetro sotto gli archi della luce
i corridoi di un autunno diafano,

il tuo corpo percorro come il mondo ( … )


( ... )  un sauce de cristal, un chopo de agua,
un alto surtidor que el viento arquea,
un árbol bien plantado mas danzante,
un caminar de río que se curva,
avanza, retrocede, da un rodeo
y llega siempre:
                     un caminar tranquilo
de estrella o primavera sin premura,
agua que con los párpados cerrados
mana toda la noche profecías,
unánime presencia en oleaje,
ola tras ola hasta cubrirlo todo,
verde soberanía sin ocaso
como el deslumbramiento de las alas
cuando se abren en mitad del cielo,

un caminar entre las espesuras
de los días futuros y el aciago
fulgor de la desdicha como un ave
petrificando el bosque con su canto
y las felicidades inminentes
entre las ramas que se desvanecen,
horas de luz que pican ya los pájaros,
presagios que se escapan de la mano,

una presencia como un canto súbito,
como el viento cantando en el incendio,
una mirada que sostiene en vilo
al mundo con sus mares y sus montes,
cuerpo de luz filtrada por un ágata,
piernas de luz, vientre de luz, bahías,
roca solar, cuerpo color de nube,
color de día rápido que salta,
la hora centellea y tiene cuerpo,
el mundo ya es visible por tu cuerpo,
es transparente por tu transparencia,

voy entre galerías de sonidos,
fluyo entre las presencias resonantes,
voy por las transparencias como un ciego,
un reflejo me borra, nazco en otro,
oh bosque de pilares encantados,
bajo los arcos de la luz penetro
los corredores de un otoño diáfano,

voy por tu cuerpo como por el mundo ( … )

( Traduzione di F. Fava )



SILENZIO

 Come musica di sottofondo
scaturisce una nota
che, mentre vibrante cresce e si assottiglia
fino a quando altra musica muta,

emerge dal fondo del silenzio
un altro silenzio, torre acuta, spada,
va e  cresce e ci sospende

e cadere durante la salita
i ricordi,  le speranze,
le piccole e le  grandi bugie,
e vogliamo gridare e nrlla gola
il grido svanisce:
finiamo il silenzio
in cui il silenzio muto.


SILENCIO


Así como del fondo de la música
brota una nota
que mientras vibra crece y se adelgaza
hasta que en otra música enmudece,
brota del fondo del silencio
otro silencio, aguda torre, espada,
y sube y crece y nos suspende
y mientras sube caen
recuerdos, esperanzas,
las pequeñas mentiras y las grandes,
y queremos gritar y en la garganta
se desvanece el grito:
desembocamos al silencio
en donde los silencios enmudecen.


PRIMA DEL PRINCIPIO

 Rumori confusi, incerto chiarore.
Inizia un nuovo giorno,
è una stanza in penombra
e due corpi distesi.
Nella fronte mi perdo
In un pianoro vuoto.
Già le ore affilano i rasoi.
Ma al mio fianco tu respiri;
intimamente mia eppur remota
fluisci e non ti muovi.
Inaccessibile se ti penso,
con gli occhi ti tocco,
ti guardo con le mani.
I sogni ci separano
ed il sangue ci unisce:
siamo un fiume di palpiti.
Sotto le tue palpebre matura
il seme del sole.
Il mondo
non è ancora reale,
il tempo è dubbio:
solo il calore della tua pelle
è vero.
Nel tuo respiro ascolto
la marea dell’essere,
la sillaba scordata del Principio.



ANTES DEL COMIENZO

 Ruidos confusos, claridad incierta.
Otro día comienza.
Es un cuarto en penumbra
y dos cuerpos tendidos.
En mi frente me pierdo
por un llano sin nadie.
Ya las horas afilan sus navajas.
Pero a mi lado tú respiras;
entrañable y remota
fluyes y no te mueves.
Inaccesible si te pienso,
con los ojos te palpo,
te miro con las manos.
Los sueños nos separan
y la sangre nos junta:
somos un río de latidos.
Bajo tus párpados madura
la semilla del sol.
El mundo
no es real todavía,
el tiempo duda:
sólo es cierto
el calor de tu piel.
En tu respiración escucho
la marea del ser,
la sílaba olvidada del Comienzo.



DOS CUERPOS


Dos cuerpos frente a frente
son a veces dos olas
y la noche es océano.

Dos cuerpos frente a frente
son a veces dos piedras
y la noche es desierto.

Dos cuerpos frente a frente
son a veces raíces
en la noche enlazadas.

Dos cuerpos frente a frente
son a veces navajas
y la noche relámpago.

Dos cuerpos frente a frente
son dos astros que caen
en un cielo vacío.


DUE CORPI 

Due corpi faccia a faccia
sono a volte due onde
e la notte è oceano.

 Due corpi faccia a faccia
 sono a volte due pietre
 e la notte è deserto.

Due corpi faccia a faccia
a volte sono radici
legate alla notte.  

Due corpi faccia a faccia
sono talvolta coltelli
e fulmini di notte.

Due corpi faccia a faccia
sono due stelle che cadono
 in un cielo vuoto.
( Traduz. LotoBlu )



AQUÍ

Mis pasos en esta calle
Resuenan
En otra calle
Donde
Oigo mis passos
Pasar en esta calle
Donde

 Sólo es real la niebla

  

I miei passi su questa strada
Risuonano
Su un’altra strada
Dove
Sento i miei passi
Passare su questa strada
Dove

Solo la nebbia è reale.



Viento, agua, piedra


El agua horada la piedra,
el viento dispersa el agua,
la piedra detiene al viento.
Agua, viento, piedra.

El viento esculpe la piedra,
la piedra es copa del agua,
el agua escapa y es viento.
Piedra, viento, agua.

El viento en sus giros canta,
el agua al andar murmura,
la piedra inmóvil se calla.
Viento, agua, piedra.

Uno es otro y es ninguno:
entre sus nombres vacíos
pasan y se desvanecen
agua, piedra, viento.

  
VENTO, ACQUA, PIETRA

L’ acqua scava la pietra,
il vento disperde l'acqua,
la pietra ferma il vento.

Acqua, vento, pietra.

 Il vento scolpisce la pietra,
la pietra  è una tazza d’ acqua,
scorre via l’ acqua ed è vento.

 Pietra, vento, acqua

Il vento turbina e canta,
mormora l’acqua che scorre,
la pietra è immobile, tranquilla.

Vento, acqua, pietra.

L’uno  è l’ altro e nessuno:
 tra i loro i nomi vuoti
passano e svaniscono.

Acqua, pietra, vento.


Esempio

Il tuono percorre la pianura
nasconde il cielo tutti i suoi uccelli
Sole scorticato
sotto la sua ultima luce
le pietre sono più pietre che mai.

Mormorio di incerti fogliami
come ciechi alla ricerca della strada
Fra pochi istanti
acqua e notte saranno un solo corpo.

Non sono niente,
corpo galleggiante,
onde luminose.
Il vento è tutto
e il vento è aria
sempre in viaggio.
Nada soy yo,
cuerpo que flota,
luz, oleaje;
todo es del viento
y el viento es aire
siempre de viaje.
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 I miei occhi ti scoprono
nuda
e ti coprono
d'una calda pioggia
di sguardi.

Mis ojos te descubren
desnuda
y te cubren
con una lluvia cálida
de miradas.

Octavio Paz


CIAO A TUTTI E BUONA SERATA !!!


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